INCONTRO CON IL MINISTRO BONISOLI DEL 18 LUGLIO 2019

Il ministro ha presentato la riorganizzazione del Ministero che è già stata delineata nel d.p.c.m. in corso di emanazione, di cui si è parlato nei precedenti incontri,ricapitolando i principi  a cui si è ispirata, e cioè assicurare efficienza e affidabilità ai servizi di tutela e fruizione, efficienza dell’amministrazione nella spesa e un positivo ‘clima’ organizzativo, dipendente dalla funzionalità di procedure e strutture (unicità dell’interfaccia territoriale con il pubblico, prevedibilità e uniformità). Ha affermato il suo netto orientamento per il mantenimento della rete museale nello Stato, che ne deve poter assicurare direttamente tutti i servizi, e la sua contrarietà assoluta a forme di silenzio-assenso per quanto riguarda le autorizzazioni a interventi su beni soggetti alla tutela, data la situazione critica delle soprintendenze per carenza di personale. Ha anche ricordato che ha rivisto le forme gestionali autonome, attribuendo intera responsabilità ai direttori, sopprimendo i consigli di amministrazione e inserendo dirigenti amministrativi nei musei e parchi di I fascia, mentre intende potenziare i consigli scientifici. Ha poi illustrato alcuni altri aspetti di dettaglio e soprattutto alcune misure di attuazione in fase ancora progettuale preliminarmente.

Ha annunciato che intende abbassare la soglia per gli affidamenti diretti, ora di 40 m € in quanto ha notato un eccessivo ricorso a tale forma, che intende generalizzare il principio della rotazione dei dirigenti dopo due incarichi nella stessa sede. Sempre per quanto riguarda i dirigenti ha previsto che i decreti attuativi dovranno distribuire 92 posizioni non già assegnate dal d.p.c.m., secondo gli schemi già  annunciati nelle c.d. ‘slides’ e che intende ottnere in finanziaria altri 30 posti, che sarebbero distribuiti fra centro e periferia, comprendendo l’istituzione di due ‘soprintendenze del mare’ per l’archeologia subacquea, ulteriori 3 uffici esportazione, ulteriori 4 posti per biblioteche statali e 4 per archivi di Stato, 5 per ulteriori Segretariati e reti museali, nonché alcuni per altri musei autonomi (fra cui museo del costume di Firenze e Vittoriano di Roma) e  soprintendenze. La riforma dovrebbe andare a regime, dopo l’adozione dei d.m. sull’articolazione degli uffici dirigenziali e sui musei, nonché del d.m. sulle piante organiche, al 1 gennaio 2020. Con tali provvedimenti torneranno alle soprintendenze circa 30 musei e siti archeologici ora collocati nei poli regionali. Le soglie di spesa per la gestione diretta degli appalti per soprintendenze, archivi di Stato e biblioteche (dirigenziali) saliranno a 500m € dal 2020 e a 1 ml fal 2022 e per segretariati distrettuali e reti museali a 2 ml. nel 2020 e 5 ml nel 2022 (oltre ci sarebbe la gestione della DG Contratti). Per quanto riguarda il coordinamento amministrativo degli archivi di Stato da parte delle soprintendenze archivistiche ha annunciato che tale misura sarà rinviata ulteriormente in vista dei problemi di fattibilità logistica (che gli avevamo segnalato).

Il servizio II della DG-OR ha illustrato le già annunciate assunzioni di 1052 assistenti alla vigilanza F2e 250 amministrativi F1, gestiti tramite Formez e Ripam (con bandi da pubblicare entro il 31 luglio), e il cronoprogramma, che prevede l’espletamento entro il 31 dicembre, mentre a ottobre partirà il concorso a 28 posti dirigenziali (autorizzati 2018). Per i bandi successivi del 2020 (sono previste circa 5600 assunzioni in totale nel triennio 2019-21) si chiederà alla Funzione pubblica l’autorizzazione a gestirli interamente in forma diretta, anche avvalendosi del personale amministrativo che sarà entrato nel 2020 con il predetto concorso. Il ministro ha annunciato che nei successivi bandi si dovrebbero coprire anche figure specializzate aventi piccoli contingenti, finora non implementate, come ingegneri, biologi e geologi (quelli che nell’ordinamento pre-312 erano chiamati gli ‘esperti’) e magari anche ‘museologi’, figura che ritiene debba necessariamente essere introdotta.

Come UIL abbiamo sottolineato i persistenti effetti controproducenti delle riforme Franceschini (che da questa non sono state corrette nel loro impianto, che rimane) nella gestione degli organi scorporati dalle soprintendenze (e in queste ultime) e la nostra grave preoccupazione per l’eventualità che la tutela (oltre all’apparato di fruizione) venga affidata alle regioni con le c.d. ‘autonomie differenziate’. Abbiamo chiesto anche che venga monitorato il comportamento di molti dirigenti titolari che non dedicano ai loro uffici il necessario tempo pieno, con conseguenze disfunzionali, in modo da assicurare una uniforme efficienza di tutti gli istituti. Per quanto riguarda i profili professionali abbiamo sottolineato l’urgenza di rivederne e modernizzare l’intero ordinamento, a partire dagli assistenti di II area, secondo le linee di riarticolazione per applicazioni distinte di cui si è cominciato a parlare nel tavolo tecnico, già nel 2019, prima di effettuare i bandi del 2020. Abbiamo infine insistito sulla necessità di rivedere l’ordinamento e la collocazione contrattuale del personale ALES in modo da evitare le controproducenti difformità di stato giuridico, gestione e perfino di orari di lavoro ( e di tutela sindacale) che si riscontano fra essi e i colleghi accanto ai quali lavorano negli  istituti e uffici del MiBAC. Abbiamo infine segnalato al ministro la necessità di provvedere agli incarichi dei direttori di musei autonomi in scadenza con nuove selezioni, o meglio – come lui stesso ha detto di preferire – veri e propri concorsi pubblici con graduatorie di punteggi oggettivi, senza effettuare rinnovi diretti, non previsti dalla legge che disciplina tali incarichi (d.l. 83/14).

Per quanto riguarda il personale ALES, il ministro ha annunciato la prossima assunzione di 500 unità a tempo determinato in modo da assicurare soprattutto una continuità di gestione amministrativa negli uffici, intanto già carenti, che saranno ulteriormente svuotati dai prossimi pensionamenti normali ed ex quota 100, in vista dell’arrivo delle assunzioni 2020-21. Per quanto riguarda la clausola sociale nel rinnovo delle concessioni di servizi, il ministro ha dichiarato che lui intenderebbe generalizzarla, ma ha trovato difficoltà che proverrebbero dalle regole della concorrenza della UE, riservandosi di approfondire il problema.

                                                                                                          La Segreteria Nazionale